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Borse di Studio universitarie: aumenteranno gli importi e i parametri Isee e Ispe

I valori delle borse di studio e i limiti massimi per accedere ai benefici relativi al diritto allo studio tengono il passo dell’inflazione. Cresceranno sia gli importi minimi delle borse di studio sia i limiti massimi Isee o Ispe per l’accesso ai benefici relativi al diritto allo studio. Per l’anno accademico 2023-2024, infatti, aumenteranno gli importi, secondo quanto stabilito dal decreto del ministero dell’università e della ricerca, anche «a seguito della variazione media annua dell’indice generale Istat dei prezzi al consumo pari a +8,1 per cento», come si legge sul sito del dicastero guidato da Anna Maria Bernini. Cresceranno sia gli importi minimi delle borse di studio che, come detto, i limiti massimi Isee o Ispe per l’accesso ai benefici relativi al diritto allo studio.
 
Nel dettaglio, fanno sapere dal ministero, l’importo delle borse di studio per gli studenti fuorisede sarà di 6.656,52 euro (+ 498,78 euro), quelle per gli studenti pendolari 3.889,99 euro (+ 291,48), mentre per gli studenti in sede l’ammontare sarà pari a 2.682,77 euro (+ 201,02). Inoltre, «i nuovi limiti massimi dell’Indicatore della Situazione economica equivalente (Isee) e dell’Indicatore della situazione patrimoniale equivalente (Ispe) sono stati definiti in 26.306,25 per il primo, pari a un aumento di 1.971,14 euro, e 57.187,53 per il secondo, corrispondente a un incremento di 4.285,10 euro», fanno sapere ancora dal ministero. I provvedimenti (decreti numero 203 e 204) sono entrambi reperibili sul sito del dicastero.
 
Docenti contro il numero chiuso. Sempre in tema di università, intanto, continuano le discussioni sul numero chiuso per le professioni sanitarie. Dopo le parole del ministro della salute Orazio Schillaci, che aveva contestato l’attuale sistema ma aveva comunque definito il numero chiuso come «indispensabile» e quelle della stessa ministra Bernini, che nell’atto di indirizzo del suo dicastero aveva aperto alla possibilità di modifiche, la scorsa settimana è stata la volta dell’Andu, l’Associazione nazionale docenti universitari, che sul proprio sito ha pubblicato un articolo critico, partendo dal caso di una studentessa. L’Andu è già da tempo contraria al numero chiuso nelle facoltà sanitarie.